I Vigili del Fuoco tornano all’Aquila ma….in bicicletta !
Il Gruppo Sportivo dei Vigili del Fuoco di Massa e Carrara ha trascorso la tradizionale escursione estiva tra le montagne dell’Abruzzo.
La partenza martedì 7 luglio con i due pullmini dalla sede del Vigili del Fuoco di Avenza, con una certa ansia, perché quest’anno non avremmo avuto la guida e la perfetta organizzazione del presidente Mario Muracchioli, impedito da un lieve problema fisico. La guida logistica del gruppo stata delegata al vice Antonio Cappagli, buon conoscitore dei luoghi per avere partecipato ai soccorsi del terremoto e dove ha conosciuto la moglie Claudia che fa parte della comitiva assieme al simpatico figlioletto Claudio. La parte tecnica ovviamente sarà curata dal “capitano” Norberto Nani.
Sono stati 5 giorni impegnativi che sono serviti per cementare ancor di più l’amicizia che era scaturita a suo tempo, con un gruppo di ciclisti Aquilani che si definiscono: “quelli del monumento”, perché hanno come ritrovo la piazza principale di Paganica uno dei centri maggiormente colpiti dal sisma del 2009. Le escursioni giornaliere sono state davvero impegnative soprattutto per i dislivelli, ma hanno fornito sensazioni e visioni indimenticabili. Già nel pomeriggio dell’arrivo all’Aquila, precisamente nella frazione di San Gregorio dove abbiamo preso alloggio, c’è stata l’escursione a San Pietro della Ienca, solitario villaggio di montagna davanti al massiccio del Gran Sasso, luogo di meditazione di Giovanni Paolo II. La distanza percorsa non stata molta, circa 50 km ,ma sempre in salita, diciamo abbastanza pedalabile, con una pendenza media del 6 per cento fino ai 1100 metri della località dove abbiamo visitato la piccola antica chiesa, risalente all’anno 1000 e recentemente eretta a santuario dedicato a papa Woytila.
Il giorno successivo, mercoledì 9, ritrovo di buon mattino “al monumento” di Paganica, che poi una stele dedicata ai soldati caduti in guerra, prevalentemente nelle truppe alpine, dato che la zona stata un grande serbatoio per il glorioso corpo militare. Ci siamo subito accorti che la regione può essere considerata a tutti gli effetti un territorio “alpino” sia per i paesaggi ma soprattutto per le salite che non hanno nulla da invidiare ai pi famosi passi dolomitici. Gli amici ci hanno condotto con una ascesa continua fino ai 2128 mt. di Campo Imperatore, maestosa terrazza sulla conca aquilana , base di ascesa al Gran Sasso, ma conosciuta anche come tappa di arrivo di corse ciclistiche. Famosa quella del Giro d’Italia del 1999 che vide vincitore Marco Pantani. L’unico albergo presente altrettanto famoso per essere stato il luogo di detenzione di Benito Mussolini dopo l’arresto in seguito alla riunione del Gran Consiglio del luglio del 1943.
La salita vera e propria per la via classica inizia a Fonte Cerreto a 1150 mt., presso Assergi, dove si trova la partenza della Funivia del Gran Sasso che, in 7 minuti, porta dove noi siamo arrivati 3 ore dopo. Io e Giuseppe abbiamo avuto la tentazione di usare questa “scorciatoia” dato che avevamo già scalato” i 600 metri da San Gregorio. ma poi, grazie alle assicurazioni del capo gita Antonio e dell’altro Antonio, autista , che hanno promesso l’eventuale “aiuto” del pulmino, abbiamo anche noi preso di buona lena la faticosa salita.
I chilometri totali dell’ascesa da questo punto sono 31, per un dislivello di 1360 metri, suddiviso in due tronconi : una prima parte di 17,5 km e con una pendenza che varia tra il 4 e il 7%, raggiunge la cosiddetta Fossa di Paganica (1760 metri s.l.m.) segue una discesa, un falsopiano e, quindi, la seconda salita di 5,7 km con pendenza al 9/10% circa. Il percorso considerato uno dei più impegnativi dell’Italia centrale insieme al Terminillo e al Blockhaus. I panorami sono veramente mozzafiato: un ampio pascolo, in quota, lungo 25 km, con mucche, pecore, cavalli, senza una casa o segni della tecnologia, con la meta lassù dove si vede luccicare la cupola dell’osservatorio astronomico. Per fortuna avevamo l’incitazione del folto gruppo degli amici del monumento di Paganica che, barando un po’, ci indicavano la lunghezza e la pendenza dei vari tratti facendoci cos tenere duro. Solo Fabrizio continua a dire ” ma dove è la salita?” Beato lui !
La discesa avvenuta seguendo un’altro strada percorrendo per tutta la sua lunghezza l’altopiano. Paesaggio sempre affascinante, set ideale per film storici o western, effettivamente girati in questi luoghi come “il deserto dei Tartari”, ” continuavano a chiamarlo Trinità , “Nel nome della Rosa” e molti altri.
Pausa pranzo alla fonte Vetica, dove si trovano aree attrezzate frequentate da famiglie e turisti, per cucinare all’esterno i famosi “arrosticini” cioè spiedini di agnello castrato e cotti alla brace. Noi ovviamente abbiamo mangiato solo frutta, panino e crostata lasciando ad altro momento l’occasione per assaporare questa specialità tipica della cultura pastorale dei luoghi. Rientro attraverso Castel del Monte, Calascio, Santo Stefano di Sessanio, Barisciano, località care alla transumanza e feudo dei Medici che qui si rifornivano di lana per poi farla lavorare a Firenze. Man mano che completiamo il circuito per rientrare a San Gregorio il caldo si fa sentire, ci dicono che queste temperature sono inconsuete per questi luoghi, arriviamo abbastanza stanchi dopo aver percorso 110 km e 2600 mt di dislivello.
La sera ci troviamo assieme agli amici di Paganica che ci accolgono in un cortile attrezzato con tavoli e gazebo di fronte ad una casa in legno di quelle utilizzate nei giorni del terremoto. Questa gente veramente ospitale, per cena ci offrono le specialità abruzzesi che tutti apprezzano con entusiasmo. Segue convivialità e canti accompagnati dal bravissimo Giustino che oltre ad essere un formidabile scalatore anche un bravissimo suonatore di fisarmonica: basta fargli un motivetto e lui ci “coglie ad orecchio”.
Giovedì 8 si parte, sempre sul presto, con appuntamento “al monumento” e con meta il lago di Campotosto. Prima “salitina” per raggiungere il centro dell’Aquila dove facciamo la foto di rito (senza cerniere alzate approfittando dell’assenza del presidente) di fronte alla basilica di Collemaggio. L’imponente costruzione voluta da papa Celestino V, quello del gran rifiuto, simbolo della città e sede della cerimonia della Perdonanza. Non ancora agibile all’interno, ma con la facciata intatta e veramente suggestiva.
Facciamo anche un giro commemorativo della città: per i vigili del fuoco questi luoghi suscitano ricordi e anche dolore: ecco la casa dello studente in parte demolita e sotto sequestro giudiziario, dove sono morti 8 giovani studenti, la Prefettura, gli edifici civili e religiosi che portano ancora i segni del disastro. Bisogna per ammettere che molto e’ stato fatto, nonostante quello che si dice, i lavori fervono e molti edifici sono recuperati: la basilica di San Bernardino così cara agli aquilani, la nuova prefettura, il palazzo dell’Inail e molto altro. Solo i vicoli interni risultano ancora tutti transennati e danno l’idea di essere in una città fantasma. Sarà difficile far tornare indietro gli abitanti anche perché ormai hanno case nuove fuori dal centro. Proseguiamo la nostra strada imboccando la statale 260 Picente in direzione Amatrice, attraversiamo la valle dell’Aterno passando accanto all’antica città Sabina di Aminterum.
Al momento la salita lieve, ma dopo aver deviato per Montereale inizia a salire. Giuseppe, degli amici del monumento, che è quello che studia l’itinerario, ci aveva detto che oggi non ci sarebbe stata tanta salita, in realtà la strada un saliscendi “spezza gambe” fino ad Aringo e poi Poggio Cancelli a 1380 metri s.l.m. Siamo arrivati a questo grande bacino artificiale in quota, sembra sia il più grande d’Europa a questa altezza. L’ ambiente molto bello, poco abitato, c’è solo il paese di Campotosto, che da il nome al lago che sembra naturale per la vegetazione che arriva fino all’acqua. Ci fermiamo per il frugale pasto sulle sue rive per poi ripartire verso il passo delle Capannelle che si trova sulla statale 80 del Gran Sasso d’Italia e che congiunge l’Aquila con Teramo, molto frequentata prima dell’apertura dell’omonimo tunnel. La salita è abbastanza dura anche per il caldo, giunti al passo bisogna prendere una deviazione che evita di riportatrici all’Aquila facendoci invece passare da San Pietro della Ienca dove siamo andati il primo giorno, per ancora salita (e meno male che ce n’era poca!) il fisarmonicista e Luciano sono in testa, noi invece, poveri gregari, abbiamo bisogno di un “aiutino”. Meno male che Fabrizio continua a dire “ma a che serve il pulmino?”.
Inizia finalmente la discesa molto lunga che ci porta direttamente fino a casa, abbiamo comunque percorso 118 km con 1800 metri di dislivello. Venerdì 10 ci aspetta il “Terminillo” altra classica del ciclismo sede di arrivo di tappa in salita per ben 9 volte al giro d’Italia e per numerose altre corse come la Tirreno-Adriatico di quest’anno che ha visto vincitore Quintana sotto la neve. Numerose altre volte il “giro” e’ transitato dal Terminillo per salire alla sella Leonessa (1885 mt s.l.m.).
Il nostro approccio al “mons Tetricus” degli antichi romani e’ proprio iniziato da Leonessa cittadina a 950 mt. slm sull’altro versante rispetto a quello classico che inizia da Rieti. Dicono sia meno duro perché la pendenza media e’ minore, per una salita continua di 20 chilometri che non molla mai, dove sono punte del 10-12 per cento siamo quindi arrivati alla Sella e poi discesi fino al Terminillo dove abbiamo L’abbiamo fatta tutta senza assistenza perché il pulmino ha dovuto fare l’altro versante dato che questa è momentaneamente chiusa al traffico veicolare . C’è da dire che ci è stato utile per una tappa di avvicinamento, infatti a bordo siamo arrivati fino ad Antrodoco per poi prendere la vecchia Salaria fino a Posta e quindi deviare verso Leonessa. Abbiamo risparmiato un po’ di chilometri ma comunque ne sono saltati fuori 95 quasi tutti in salita con una discesa dal Terminillo verso Rieti molto bella che ci ha nuovamente immesso di nuovo nella Salaria completando il circuito. Ci hanno detto che lo hanno fatto per noi per non farci fare troppa fatica, sta di fatto che quando siamo arrivati ad Antrodoco nessuno ha voluto proseguire in bici fino all’Aquila anche se a “parole” avevano detto che lo avrebbero fatto. Effettivamente era molto caldo o forse avevano bevuto troppa acqua sulfurea delle terme di Cotilia o di Vespasiano (nomen omen) che dicono essere lassative.
Sabato 11, ultimo giorno di fatiche, si parte da San Gregorio per avviarsi verso Onna (la località dove si sono avuti più morti e distruzioni a causa del terremoto) per passare da Monticchio, dove i vigili di Massa e Carrara avevano il campo base, per poi salire compatti verso Ocre fino al valico di Rocca di Cambio a 1383 mt s.l.m., raggiungendo quindi Campo Felice, altopiano carsico a 25 km dall’Aquila sede di impianti sciistici. Un altopiano che ricorda molto quello del Gran Sasso ma più piccolo. Al centro di questa valle vi è un piccolo lago, formatosi a causa dell’impatto di un meteorite. Abbiamo proseguito in direzione dell’Aquila con continui sali scendi, dopo una sosta sulle sponde ombreggiate di un piccolo stagno, siamo ripartiti per San Gregorio, distante pochi chilometri. Il circuito è stato più breve rispetto ai giorni precedenti ma ugualmente impegnativo.
Il rientro anticipato ha permesso di fare una escursione fuori programma alle grotte di Stiffe poco più a sud di San Gregorio, nel comune di San Demetrio ne’ Vestini. Si tratta di un emozionante ambiente carsico con un fiume sotterraneo, e la presenza bellissime stalattiti e stalagmiti. Il diversivo stato molto apprezzato da tutti i partecipanti alla comitiva.
La sera di nuovo assieme agli amici ciclisti aquilani per la cena di arrivederci.
Le foto fanno vedere file di “arrosticini” e altre leccornie che sicuramente hanno fatto riprendere “il peso” perso in questa escursione che, pur non avendo un chilometraggio particolarmente elevato rispetto alle passate esperienze, si ‘ dimostrata abbastanza impegnativa per le condizioni ambientali ma anche….. per l’età dei partecipanti che ogni anno aumenta. Da segnalare la simpatica cerimonia di consegna di una targa da parte di “quelli del monumento” dedicata al nostro gruppo sportivo con la speranza di ripetere l’esperienza, questa volta sulle Apuane.
I partecipanti all’escursione sono stati per il GS Vigili del Fuoco:
Biselli Luciano, Bonfigli Roberto, Cappagli Antonio, De Stefano Stefania, Furia Gianmatteo, Galia Antonio(autista). Moscatelli Riccardo, Nani Norberto, Pardini Fabrizio, Pardini Maria, Piolanti Marco, Pisanelli Riccardo, Pucciarelli Alfredo, Venturini Giuseppe, Vignali Lorenzo.
Quelli del monumento: Cecili Giustino, Coletti Arturo, Fiordigigli Corrado, Luchini Savino, Maida Gianpaolo, Mastracci Andrea, Mastracci Gianni, Pezzopane Vincenzo, Rotellini Aronne, Silva Francesco, Todico Gaetano (Marachella), Volpe Felice, Volpe Giuseppe.
Vedi fotografie
Guarda i cinque percorsi con tutti i dati:
7 Luglio: https://www.strava.com/activities/341257116
8 Luglio: https://www.strava.com/activities/342381425
9 Luglio: https://www.strava.com/activities/342381502
10 Luglio: https://www.strava.com/activities/343077914
11 Luglio: https://www.strava.com/activities/343682258