Finalmente il GS Vigili del Fuoco di Massa e Carrara è riuscito, dopo la pausa Covid, ad organizzare la più volte programmata escursione al Col del Nivolet e Colle delle Finestre.
Partenza mercoledì 7 giugno, dalla sede di Avenza il gruppo, formato dai ciclisti: Marco Angeli, Luciano Biselli, Franco Capitani, Gianmatteo Furia, Paolo Gatti, Walter Massini, Primo Manfredi, Mario Muracchioli, Norberto Nani, Paolo Orsini, Marco Piolanti, Riccardo Pisanalli e Marco Venturini. I due accompagnatori Ermando Del Mancino e Vignali Lorenzo.
Prima della pedalata di avvio abbiamo recitato una preghiera di ringraziamento guidata dal nostro don Giò (Giovanni Locatelli parroco di Lavacchio).
Iniziamo subito di buona lena percorrendo strade ormai arcinote in direzione Genova, prima tappa di avvicinamento alle montagne piemontesi meta delle nostre scalate. Dopo aver superato il Bracco percorriamo tutta l’Aurelia che come è noto tocca famose località della riviera ligure: Sestri Levante, Chiavari e Rapallo dove facciamo breve pausa pranzo sul lungomare. Quindi Santa Margherita, Camogli, Recco. La strada è un saliscendi continuo ed è ben tenuta con asfalto liscio, solo in prossimità di Genova diventa un po’ più accidentata ma accettabile. Abbiamo qualche difficoltà a trovare l’albergo, nonostante la guida del pulmino, a causa dell’intenso traffico che provoca una certa dispersone del gruppo. L’Hotel Continental si trova proprio in centro, vicino alla stazione Principe e a palazzo Reale. Arriviamo nel primo pomeriggio, km percorsi 129, dislivello 1600 mt., cena al ristorante Tiritera, a fianco dell’hotel.
Giovedì 8 Giugno ore 9 partenza, destinazione Asti. Usciamo dalla città di Genova abbastanza agevolmente, accompagnati da un ciclista locale che gentilmente ci fa strada. Raggiungiamo la statale 35 “dei Giovi” passando sotto il nuovo ponte autostradale costruito al posto del ponte Morandi. Da questa prospettiva si può apprezzare di più le caratteristiche architettoniche e anche di eleganza che vengono riconosciute a questa infrastruttura progettata da Renzo Piano. Si prosegue verso Pontedecimo con una salita pedalabile fino al passo che si trova a quota 472 mt , per poi discendere verso Busalla. Lasciamo la statale 35 per dirigerci verso Gavi , si sale di nuovo percorrendo la strada provinciale 163 ed entrando nella provincia di Alessandria attraverso i piccoli comuni di Voltaggio e Carrosio che si trovano ad una altezza collinare. La strada è scorrevole e ben tenuta con pendenze medie attorno al 7 %. Raggiungiamo Gavi, dominata dalla poderosa fortezza fatta costruire dalla Repubblica di Genova per difendere i suoi domini. A questo punto la guida del gruppo viene presa da Marco Angeli che. grazie al navigatore satellitare impostato su bicicletta direzione Asti, ci conduce in percorsi di campagna che attraversano estesi vigneti dove si produce il famoso Cortese di Gavi un vino bianco D.O.C.G. Ovviamente non possiamo fermarci per apprezzarlo, ma il paesaggio è molto bello ed invitante. Il pulmino è costretto a seguirci con qualche difficoltà data la caratteristica delle strade. Si cambia continuamente direzione seguendo appunto il navigatore che ci fa percorre vie a volte molto strette e proprio di campagna. Siamo ormai in pianura, ci fermiamo per la focaccina e frutta, procurata dagli accompagnatori, nella piazza di Sezzadio, comune alla periferia di Alessandria. Si riprende subito e sempre per strade secondarie tocchiamo Oviglio, Felizzano, Castello di Annone e infine Asti. I km percorsi sono stati 139 con dislivello di 1390 mt.
Asti è una gradevole città di provincia con un centro storico ben tenuto che vanta monumenti medioevali di una certa importanza. Siamo alloggiati all’hotel Aleramo proprio a fianco della piazza ove si corre il famoso palio di Asti.
Il giorno successivo partiamo alla volta del colle di Superga. Fino a Chivasso ci accompagna Bruno Sanetti, nostra vecchia conoscenza, appassionato di bici da corsa e con cui il nostro gruppo ha in passato avuto frequenti rapporti sportivi. Originario di Viterbo, svolge servizio di vigile del fuoco proprio ad Asti.
Arriviamo alle pendici del colle verso mezzogiorno, la salita avviene dal lato ovest dove inizia anche la funicolare, attraverso la strada comunale di Superga. Si tratta di una salita breve ma molto impegnativa con pendenze oltre il 10. Alla sommità sorge il famoso santuario fatto costruire dai Savoia per ringraziamento in seguito alla liberazione di Torino dall’assedio dei francesi nei 1700. Sul fianco si trova il monumento celebrativo del grande Torino, a ricordo dell’incidente aereo qui avvenuto. Dopo la foto di rito scendiamo attraverso la strada che arriva a San Mauro Torinese e dopo un po’ di giravolte riusciamo a guadagnare la strada che ci conduce a Rivarolo Canavese. Qui alloggiamo all’omonimo hotel dove nel frattempo sono arrivati, con i mezzi, anche gli altri sei membri della comitiva: Cristian Battella, Daniele Battilani, Roberto Buccella, Massimiliano Farris, Fabio Venuti e Giovanni Verulo.
Il mattino successivo, sabato 10, ci aspetta l’impegnativa scalata al col del Nivolet, 2600 mt. s.l.m. La prima parte del tragitto è praticamente pianura. Si sale lievemente fino a Cuorgne’, poi Pont Canavese. La pendenza comincia ad aumentare ma sempre facilmente pedalabile fino a Locana. Arrivati a Noasca entriamo nel parco nazionale del Gran paradiso ed iniziano dei tornanti veramente impegnativi al 15 per cento per arrivare alla galleria in salita che conduce a Cerasole Reale. Evitiamo di percorrerla seguendo il vecchio tracciato che percorre a gola scavata dal torrente Orco. Il paesaggio è molto bello e solitario con grosse rocce che ci affiancano ma con tornanti che mettono a dura prova le nostre gambe. Arriviamo a Cerasole a metri 1600 , la strada diventa quasi pianeggiante costeggiando l’omonimo lago formato dalla poderosa diga a sbarramento del torrente. Inizia quindi la vera salita per raggiungere la quota prevista. La strada assomiglia vagamente allo Stelvio con i tornanti che si dipanano sul fianco della montagna, la pendenza è costante sul 9/10 per cento con punte del 12/13 , non vi è mai un attimo di pausa e la fatica comincia davvero a farsi sentire. Si raggiunge il bacino di Serru, il più esteso di una serie di laghi di quota, formati da sbarramenti artificiali a cui confluiscono le acque provenienti dalla neve che sta sciogliendosi. La strada fu aperta proprio per la costruzione di queste dighe e infatti dopo essere arrivata in vetta, non prosegue, se non attraverso sentieri, verso la val d’Aosta nel cuore del Gran Paradiso. Purtroppo all’arrivo inizia a nevicare e piovere per cui dobbiamo subito iniziare il rientro, fa anche freddo e c’è ancora molta neve, le mani si intirizziscono. Si scende fino a Ceresole dove, sul lago, in una pausa della pioggia, consumiamo il “frugale“ pranzo. Riprendiamo la discesa sempre accompagnati da scrosci d’acqua, finché non siamo decisamente in pianura, dove ci accoglie nuovamente il sole. Rientriamo a Rivarolo verso le 16 e 30 dopo avere percorso 140 km e 2800 di dislivello.
Ultimo giorno domenica 11, ci aspetta il Colle delle Finestre, una delle più difficili e dure ascese nelle Alpi assieme a Mortirolo, Zoncolan e Gavia.
Facciamo il trasferimento a Susa, con i pulmini a disposizione, dove inizia la salita.
La partenza è subito impegnativa con il 12/14 per cento. Il colle è a 2400 metri di altezza e mette in comunicazione la val di Susa con la val Chisone. È una strada secondaria costruita per scopi militari, sulla sommità vi sono infatti alcuni forti costruiti in epoca settecentesca dai Piemontesi, dato che a quel tempo qui correva il confine con la Francia. La salita di 18 km può essere divisa in due fasi: la prima da Meana di Susa, in mezzo al bosco per la strada asfaltata, la seconda per circa 8 km, si percorre su strada bianca fino al passo. La salita è impegnativa con pendenza media sul 9 ma con punte anche del 15 /16 che sul ghiaino dello sterrato si rivela estremamente faticosa. Raggiungiamo la meta quasi tutti assieme e possiamo fare la canonica foto di gruppo sotto il cartello che indica la sommità, dove è passato per ben 4 volte il giro d’Italia, l’ultima delle quali nel 2018 con la fuga solitaria di Chris Froome, ma che ha visto primo in vetta anche il nostro Danilo De Luca nel 2005. La discesa verso Fenestrelle avviene attraverso il pian dell’Assietta sede di una famosa battaglia vinta dai piemontesi, che permise di estendere i confini del ducato fino al Monginevro, attuale confine di stato con la Francia.
Giunti nei pressi di Pragelato siamo un po’ indecisi sul da farsi e cioè se fare una sosta o iniziare subito la salita verso il Sestriere. Prevale la seconda ipotesi e mal ce ne colse, perché a metà tragitto inizia una forte pioggia che ci rende fradici. Siamo senza pulmino, che non ha potuto seguirci sul col delle Finestre, chiuso al traffico automobilistico, e che abbiamo fatto rientrare per recuperare gli altri mezzi che ci dovrebbero raggiungere al Sestriere. Arrivati alla nota stazione turistica, con una salita relativamente tranquilla, ma sotto la pioggia battente, ci rifugiamo in uno dei pochi ristoranti aperti “Mamma Lia” che nonostante l’ora un po’ tarda, sono circa le 14 e 30, ci offre, non gratis, polenta e capriolo che aiuta a rifocillarci e scaldarci un po’.
Veniamo finalmente raggiunti dai pulmini che ci permettono il cambio con indumenti asciutti. Decidiamo di interrompere il tour che sarebbe dovuto terminare nuovamente a Susa, sia per le condizioni meteorologiche sia perché ormai il rientro sarebbe stato tutto in discesa dopo avere raggiunto un dislivello di 2600mt.
Il ritorno a Carrara, in pulmino, è tranquillo e arriviamo per l’ora di cena alla sede VV.F di Avenza .
Tutto il gruppo sente il dovere di ringraziare il Presidente e il consiglio direttivo per l’ottima organizzazione logistica dell’escursione. Ancora una volta l’esperienza ha permesso di rinsaldare l’amicizia, con la speranza che presto ci siano nuove occasioni per escursioni ciclistiche.